Dove Dio ha costruito una chiesa, il diavolo costruisce anche lui una cappella.

(Martin Lutero)

 

 

  

 

#81

 

IL LAVORO DEL DIAVOLO

 

ATTENZIONE: È CONSIGLIABILE LEGGERE PRIMA HELLSTROM #1/3

 

 

1.

 

 

            Una vecchia canzone dice che non piove mai nella California Meridionale[1] ma non è vero. Oggi sulle teste di coloro che in un piccolo cimitero di Los Angeles assistono al funerale di Carrie Westwood, cade una pioggerellina leggera e fastidiosa.

            Carrie aveva solo vent’anni, era una studentessa all’U.C.L.A.[2] ed era piena di entusiasmo e gioia di vivere, tutte cose che le sono state strappate quando un grosso coltello affiliato l’ha aperta praticamente dalla gola all’inguine. Chi le ha fatto questo l’ha poi abbandonata nuda e distesa sopra un pentacolo tracciato col sangue, il suo sangue. Un rituale satanico che l’uomo dai capelli rossi e la donna dalla chioma corvina che seguono la mesta cerimonia hanno ormai imparato a conoscere.[3]

            Il Tenente Eva Torres, attraente latinoamericana, in forza alla Squadra Speciale Omicidi del Dipartimento di Polizia di Los Angeles, ha un’espressione di impenetrabile impassibilità sul volto, se prova emozioni come pietà e compassione per la ragazza assassinata le dissimula molto bene. L’uomo al suo fianco, d’altra parte, sembra davvero distaccato ed indifferente al fato della ragazza che stanno seppellendo ma se c’è una cosa che Eva Torres ha imparato da quando conosce Daimon Hellstrom è che è assolutamente impossibile capire se provi ed abbia mai provato un sentimento genuino per qualcuno. Dice di essere il figlio del Diavolo, un fatto che Eva considerava pura farneticazione prima di sperimentare in prima persona cose che un tempo avrebbe considerato impossibili. Oggi sa che ci sono forze soprannaturali all’opera a Los Angeles e che i comuni mezzi delle forze di Polizia non bastano a fermarle, ci vuole un uomo come Daimon Hellstrom, il Figlio di Satana.

            La bara viene calata nella fossa e comincia la processione di parenti e amici che vi gettano sopra una manciata di terra. L’attenzione di Daimon viene attratta da una donna bionda, alta e slanciata che si sofferma un attimo prima di gettare la terra. Come se sentisse lo sguardo dell’uomo su di lei, si gira verso di lui e sorride.

-Chi è quella donna?- chiede Daimon a Eva.

-Hai un debole per le bionde eh?- ribatte la detective -Quella è Lucille Abadon, Supervisore della Contea e candidata alla carica di Governatore. La sicurezza è una delle sue priorità. Sarà venuta per dimostrare che questi omicidi sono importanti per lei.-

-Che cognome hai detto?-

-Abadon, perché?-

-Abadon…- mormora Daimon -Hai ragione Eva: credo anch’io che gli omicidi satanici siano importanti per lei ma non per il motivo che pensi tu.-

 

            Il luogo è quello che nel gergo dei servizi di sicurezza viene definito casa sicura e nello specifico appartiene allo S.H.I.E.L.D., la celebre agenzia di protezione della pace mondiale affiliata all’ONU. Si trova nel Queens ed al momento ospita un uomo che indossa una tenuta di stile settecentesco che lo fa sembrare un reduce della Guerra d’Indipendenza ed una donna bionda visibilmente incinta che indossa un tailleur con i colori del tartan del clan scozzese Fraser.

            Improvvisamente entra nella stanza un uomo che indossa la divisa blu dello S.H.I.E.LD. ed ha la testa di un gufo. Nessuno dei suoi ospiti pare sorpreso.

-Mr Drake, Ispettore Fraser…- li saluta.

-Direttore Warrick…- dice la donna il cui nome è Katherine Fraser e che un detective del Servizio di Polizia Metropolitana della Grande Londra, meglio noto col nomignolo di Scotland Yard.

-Ha delle novità per noi?- gli chiede, brusco, Frank Drake, agente di borsa londinese, discendente diretto del più famigerato dei vampiri, il Conte Dracula, e cacciatore di vampiri a tempo perso.

-Credo di avere trovato le informazioni che cercavate.- risponde Jeremiah Warrick, direttore della sezione esoterismo dello S.H.I.E.LD. -La Saracen Associates è stata chiusa anni fa ma tutte le sue attività sono state rilevate di recente da una società finanziaria off shore: la Othman Investments, la cui sede operativa negli Stati Uniti è a Los Angeles in California..-

-Ora che me lo dice, credo di averla sentita nominare.- commenta Frank.

-A capo della Othman c’è una donna di nome Elaine Turow.-

-Elaine Turow, ma certo.- mormora Kate -Che può dirci di lei? Mi faccia indovinare: nessuno l’ha mai vista di giorno e non ci sono sue immagini.-

-Ha ragione.- conferma Warrick -La si è vista a rari eventi pubblici e sempre solo dopo il tramonto. Si dice che abbia problemi di allergia alle radiazioni solari.-

-O più probabilmente è una vampira.- ribatte Kate.

 

            La chiamano la Città degli Angeli ma io sono uno dei pochi che sanno quali demoni si nascondano tra le sue ombre, lo so perché io stesso, in un certo senso, sono uno di loro. Mi chiamo Hannibal King e sono un investigatore privato. Incidentalmente sono anche un vampiro.

            Il volo notturno da New York non ha creato troppi problemi ma adesso devo trovare un buon posto per riposare durante il giorno. Non mi piace essere un vampiro ma la prospettiva di finire in cenere al sorgere del sole mi piace ancora meno, noi vampiri, anche quelli riluttanti come me, abbiamo uno spiccato istinto di sopravvivenza.

Dubito che dopo tutto questo tempo l’appartamento che avevo in affitto sia ancora disponibile, ma per fortuna non mi mancano i contatti in questa città e dintorni.

            Ad aprirmi la porta è una bionda sui trent’anni che indossa solo le mutandine ed un reggiseno che sembra trattenere a fatica un paio di tette enormi evidente frutto del lavoro di un ottimo chirurgo plastico.

-Hannibal King!- esclama -Non ti hanno ancora piantato un paletto nel cuore, brutto figlio di…?-

-Anch’io sono felice di rivederti, Bunny.- le rispondo con un po’ di sarcasmo -Posso entrare?-

-Altrimenti te ne resterai lì impalato come un imbecille, giusto? Voi vampiri non potete entrare in case dove non siete già stati da vivi se non siete invitati da uno degli occupanti, ho detto bene?-

-Esatto al millimetro.- replico -Vedo che hai fatto i compiti dall’ultima volta.-

-Sono una ragazza giudiziosa. Su entra pure.-

            Non perdo tempo e mi lascio alle spalle la porta.

-Bel posticino, Bunny.- le dico -Ti sei sistemata proprio bene e ti trovo davvero in forma.-

-Parli di queste?- replica lei esibendo i suoi gioielli -Mi sono costate un sacco di soldi ma sai com’è: nel mio lavoro l’apparenza è tutto.-

            Nel caso non l’aveste capito, Bunny Brennan lavora nel settore dell’intrattenimento per adulti e qualche tempo fa l’ho sbarazzata di uno stalker che non si accontentava di quello che vedeva nella webcam e voleva di più. Incidentalmente Bunny non è il suo vero nome, ma suppongo che ci foste già arrivati da soli.

-Come mai sei qui?- mi chiede.

-Mi serve un posto dove restare fino al prossimo tramonto.- rispondo.

-Temo di non avere a disposizione una bara, mi dispiace.-

-Mi basta un posto dove non entri la luce.-

-Ho una stanza in più, puoi sistemarti lì. Immagino che il fatto che io non abbia pigiami maschili non sia un problema per te.

            Faccio un sorriso divertito e replico:

-Decisamente no.-

-Scherzi a parte, cosa ti riporta a Los Angeles? Non dirmi che c’è un vampiro in giro da queste parti.-

-Molto peggio, ho paura, molto peggio. Tu credi nel Diavolo?-

            Bunny rimane senza parole.

 

 

2.

 

 

            L’aeroporto di Heathrow a Londra è uno dei più trafficati del mondo e nessuno fa caso ai tre passeggeri, un uomo e due donne, scesi da un volo da Amsterdam.

            L’uomo ha circa sessant’anni ben portati, viso affilato e severo incorniciato da una barba alla Abraham Lincoln grigia come i capelli. Indossa un completo marrone con gilet, cravatta in tinta, camicia bianca come il fazzoletto che spunta dal taschino della giacca. La donna alla sua destra è giovane alta e snella, ha lunghi capelli biondi, occhi celesti e carnagione chiara. Indossa un abito nero senza maniche lungo sino al ginocchio, una collana di perle le orna il collo ed orecchini di madreperla pendono dai lobi delle orecchie. La ragazza alla sinistra è più bassa e di corporatura minuta, è giapponese, indossa un abito simile a quello dell’altra, ma blu e senza ornamenti, e porta i capelli a coda di cavallo.

-E così eccoci a Londra..- commenta la bionda con accento di Boston -È passato qualche anno dall’ultima volta che ci sono venuta e lei, Professore?-

-Molti di più, temo e nemmeno allora era per un’occasione piacevole.- risponde l’uomo in ottimo Inglese ma con chiaro accento dell’Europa del Nord.

-E tu, Michiyo? Questa è la tua prima volta a Londra?- chiede ancora la bionda.

            La giovane giapponese si limita ad assentire. La sua amica si rivolge di nuovo all’uomo che ha chiamato Professore:

-Qual è il programma adesso?-

-Recuperiamo i bagagli, andiamo in hotel a rinfrescarci e riposare un po’…- risponde lui -… poi stanotte cominceremo la caccia al vampiro.-

 

            Angel O’Hara comincia la giornata come ogni madre single: preparando il figlio Teddy di sette anni per andare a scuola. Mentre lo vede affrontare con gusto una robusta colazione, i pensieri di Angel vanno al padre che il bambino non ha mai conosciuto ed a quello che avrebbe potuto avere se Lilith non l’avesse brutalmente ucciso.[4] Il destino ha legato la sua vita a quella di Lilith Dracula e questo ha portato solo lutti e tragedie nella sua vita. Sarà mai libera da lei e dal suo malefico influsso?

            La giovane nordirlandese scaccia quei pensieri tristi, finisce di preparare il figlio ed insieme escono di casa. Sulla soglia c’è un giovanotto sui vent’anni dai capelli scuri che le sembra familiare.

-Buongiorno Angel.- la saluta sorridendo -Ti ricordi di me? Sono…-

-L’Onorevole Arthur Holmwood, l’erede di Lord Godalming.- lo precede Angel -Certo che mi ricordo di te ed ero convinta che non volessi avere più nulla a che fare con me dopo che ho portato te e l’Ispettore Chelm in una trappola di Lilith.-[5]

-Non è stata colpa tua, eri sotto l’influsso di quella vampira e poi è stato merito tuo se siamo scampati alla morte.-

-E così sei venuto a propormi di entrare nella tua squadra di cacciatori di vampiri? Spiacente ma ho già troppo da fare con il lavoro e mio figlio e non ho tempo per pensare ad altro.-

-Lo immagino. Anch’io ho poco tempo per queste cose da quando ho ripreso l’università. A dire il vero io… ehm… volevo solo rivederti.-

            Angel sorride divertita.

 

            La ragazza dimostra circa quindici anni, ha i capelli neri e lunghi, la carnagione pallida, quasi da anemica, sul suo collo ci sono due piccoli segni rossi ed il suo sguardo sembra vagare nel vuoto           Ariann Wright giace su un letto apparentemente fissando il soffitto ma in realtà il suo spirito è altrove, viaggia per distanze inimmaginabili nel tempo di un battito di ciglia.

            A New York l’avvocato Charles Blackwater sta esaminando una pratica seduto alla sua scrivania quando davanti a lui comincia a materializzarsi una figura diafana ed indistinta.

            Altri si stupirebbero di quel fenomeno ma Charles Blackwater non è un uomo come gli altri anzi non è nemmeno realmente un essere umano.

            Mentre la figura si fa più chiara, lui la riconosce e sussurra un nome:

-Ariann.-

“Aiutami, Omen, Aiutami!”  dice l’evanescente spettro, poi scompare.

 

 

3.

 

 

            La ragazza è nuda ma non c’è nulla di erotico in lei in questo momento mentre è legata ad un altare e si agita tentando vanamente di liberarsi. I suoi occhi sono spalancati e l’unica sua emozione al momento è la paura, anzi: autentico terrore.

            Una donna che indossa una lunga tunica rossa dai bordi dorati ed il cui volto è coperto da un cappuccio anch’esso rosso finisce di preparare un lungo ed affilato coltello sacrificale mormorando frasi in una lingua ignota ad ogni passaggio del rituale poi si avvicina all’altare.

            Alla vista del coltello la ragazza sull’altare grida:

-No! No! Perché?-

-Dovresti sentirti onorata. Le dice l’altra alzando il coltello -Stai per essere sacrificata a Satana, Signore dell’Inferno.-

-Sia lode a Satana!- intona l’uditorio.

            Con un gesto deciso la Somma Sacerdotessa della Chiesa dei Dannati abbassa il coltello aprendo uno squarcio che dallo sterno della ragazza arriva sino all’inguine, poi mentre le urla della sua vittima si spengono assieme alla sua vita affonda le mani nel suo petto e ne estrae il cuore ancora palpitante.

-Sia gloria a Satana!- intona sollevandolo sopra la sua testa.

 

            Londra può essere una città pericolosa specie di notte ed in certe zone. Le due giovani studentesse avrebbero dovuto essere più caute nella loro uscita serale. Se lo fossero state forse non si sarebbero trovate spinte contro la loro volontà in un vicolo buio da un gruppetto di uomini le cui intenzioni sono fin troppo chiare.

-Per favore, no, vi prego.- grida una delle due.

-Rilassati baby vedrai che vi faremo divertire.- afferma ridacchiando uno dei suoi aggressori

-A me piace quando resistono.- dice uno dei suoi compagni -È più divertente.-

-E ti diverte anche quando è su di te che usano la violenza?-

            Dal fondo del vicolo si avvicina una figura e man mano che esce dall’ombra diventa evidente che è un uomo sui trent’anni alto, biondo, ben vestito.

-E tu chi sei, il buon samaritano?- esclama uno dei teppisti brandendo un coltello a serramanico ed agitandolo davanti al nuovo venuto -Voglio essere buono: ti do due minuti per squagliartela prima di aprirti la pancia.-

-Dubito fortemente che tu conosca il significato della parola “buono”.- ribatte, tranquillo, l’altro.

-Mi prendi in giro? Ora ti faccio vedere io.

            Il teppista affonda la lama nel petto dell’uomo che non fa nessun gesto per difendersi. La lama lacera la camicia ma non esce sangue. L’uomo ripete il colpo più volte ma sempre con lo stesso risultato.

-Adesso credo che basti.- dice il biondo.

            Afferra il polso del suo avversario e senza il minimo sforzo glielo torce producendo uno schiocco sinistro subito coperto dall’urlo del teppista.

            I suoi compagni ora dedicano tutta la loro attenzione al “buon samaritano” che dice in tono calmo ma deciso:

-Primo ed ultimo avvertimento: andatevene subito e potrete farlo sulle vostre gambe.-

            La risposta dei tre teppisti rimasti è sparare sull’uomo che avanza senza preoccuparsi.

-Vi avevo avvertito.- dice

            Con rapidità incredibile ne afferra due per il collo e li solleva come se fossero senza peso. Appoggiata ad un muro Josephine Mallard sente lo schiocco di un collo che si rompe e vede il suo soccorritore lasciar cadere uno dei due uomini come se fosse un bambolotto di pezza per poi scagliare il secondo uomo contro il muro. Josephine lo vede ricadere accanto a lei con la testa sfondata.

            Solo un uomo è rimasto in piedi e fa la cosa più saggia: fugge… o almeno ci prova.

-Troppo tardi.- dice il soccorritore.

            Con un poderoso balzo gli è addosso e lo sbatte a terra. Rimane sopra di lui per qualche istante e quando si rialza l’uomo non si muove più.

            Spazzolandosi il vestito con le mani, il buon samaritano si avvicina alle due ragazze e chiede:

-State bene?-

-S… sì.- risponde Margie Hollister -Ma se non fosse arrivato lei…-

-È una specie di supereroe?- gli chiede Josephine -Magari Capitan Bretagna in incognito?-

-Ahimè no.-

-Non credo che Capitan Bretagna sia così violento.- puntualizza Margie -Li ha uccisi tutti?-

-Non mi hanno dato scelta.- replica lui.

-Beh, se lo sono meritato. Se penso a quel che volevano farci … dobbiamo davvero ringraziarla.-

-Non so se la penserete ancora così tra poco.- replica lui in tono amaro e solleva le labbra scoprendo due coppie di canini appuntiti.

            Le due ragazze gridano solo per poco.

 

            Eva Torres ha visto troppe scene del crimine come quella. Davanti ai suoi sottoposti mantiene intatta la sua facciata cinica ed anche un po’ acida ma dentro di sé prova una profonda compassione per la sventurata che è appena stata messa nel sacco per cadaveri e sta per essere caricata nel furgone mortuario per essere portata nella sede del Medico Legale per l’autopsia.

-Stesso copione dell’altra volta.- commenta il Medico -Ragazza giovane col petto squarciato e niente cuore. Credevo che gli omicidi satanici fossero finiti.-

-Purtroppo il capo di quei fanatici ci è sfuggito ed è evidente che è tornato in azione.-

-Tutto giusto, tranne che per un particolare… il capo di cui parli è una lei.-

            Daimon Hellstrom supera con disinvoltura il nastro giallo che delimita la scena del crimine allontanando con un gesto della mano un poliziotto in uniforme e si dirige verso Eva.

-Chi ti ha dato il permesso di pasticciare con la mia scena del crimine?- lo apostrofa la detective.

-Tu.- risponde serafico Daimon -Sono il tuo consulente, ricordi?-

             Eva sbuffa e poi replica:

-Bene, signor consulente, qual è il tuo parere?-

            Hellstrom si china nel punto in cui è stato rinvenuto il cadavere, fissa il pentacolo disegnato sul terreno, ci passa sopra un dito che poi si porta alle labbra.

-Sangue umano.- sentenzia -Stesso modus operandi dell’altra volta. Con Anton Lupeski fuori dai giochi, deve averci pensato la Somma Sacerdotessa in persona.-

-E noi non abbiamo il minimo indizio di chi possa essere.-

            Daimon abbozza un sorriso e ribatte:

-A dire il vero, io un sospetto ce l’ho.-

 

 

4.

 

 

            Gli ospedali sono luoghi tristi, pensa l’Ispettore Constance Johanssen entrando in una stanza del Pronto Soccorso dove un agente in uniforme sta raccogliendo le deposizioni di due ragazze sdraiate su due lettini gemelli e visibilmente scosse. Sul suo viso un’espressione di evidente scetticismo.

            Constance gli si avvicina sfoderando il suo tesserino di Detective del Servizio di Polizia Metropolitana della Grande Londra noto con il nomignolo di Scotland Yard e gli dice in tono autoritario:

-Ora ci penso io, grazie.-

            Il poliziotto si allontana e lei si rivolge alle due ragazze:

-Sono l’Ispettore Detective Constance Johanssen dell’Unità Crimini Insoliti. A quanto mi è stato detto, siete state aggredite da un vampiro.-

-Beh… a dire il vero non ne sono tanto sicura. I miei ricordi sono confusi.- replica la ragazza bionda, Margie Hollister secondo il verbale.

-Anche i miei.- conferma la ragazza bruna che si chiama Josephine Mallard.

            Constance si china prima sull’una e poi sull’altra quindi dice;

-I segni rossi sui vostri colli sono inequivocabili: siete state morse da un vampiro.-

-Ma i vampiri non esistono… o sì?- chiede Josephine.

            Constance sogghigna e replica:

-Potrei raccontarvi un po’ di cosette sui vampiri ed altri mostri che la gente comune non crede che esistano ma non è né il momento né il luogo. Ditemi quel che ricordate.-

            Le due ragazze ricostruiscono le fasi della loro aggressione e narrano come il misterioso sconosciuto sia intervenuto a salvarle dagli aspiranti stupratori.

-E poi?- chiede la Detective.

-Poi lo abbiamo ringraziato e lui ha detto: “Non so se la penserete ancora così tra poco”- risponde Josephine.

-Sì, ha detto proprio così.- conferma Margie -Sembrava… dispiaciuto. Mi è sembrato che i suoi occhi brillassero nel buio e poi più nulla: mi sono risvegliata qui con un dolore al collo e debole come un gattino. Il dottore ha detto che abbiamo perso un bel po’ di sangue. È… stato lui?-

-Non vi ha uccise. Ha preso il sangue di cui aveva bisogno e nulla di più. Sapreste descriverlo?-

            La descrizione di entrambe collima abbastanza: alto, biondo, prestante, sui trent’anni. Constance è abbastanza sicura di sapere chi sia: Charles Seward. È consolante sapere che è ancora capace di trattenersi.

-C’è altro?- chiede.

            Josephine scuote risolutamente la testa. Margie, invece, esita.

-Vuole dirmi qualcosa?- la incoraggia la Detective.

-Beh… io… non so se… - comincia a dire la ragazza visibilmente imbarazzata -… ma… ad un certo punto mi sono sentita come se…-

            Constance ride e commenta:

-Ho capito. Non sia imbarazzata. Si dice che il morso di un vampiro provochi nelle vittime reazioni di carattere sessuale: estasi vampirica la chiamano. Non se ne preoccupi. Piuttosto, se nei prossimi giorni vi accorgete di avere difficoltà ad ingerire cibi solidi, vi sentite a disagio con la luce solare o fate strani sogni chiamatemi immediatamente.-

            Porge loro il suo biglietto da visita.

-Lei… sta scherzando, vero?- chiede Josephine.

-Non scherzo più dal 1986.- replica Constance.

 

            Daimon Hellstrom entra nella sede della campagna elettorale della candidata a Governatore Lucille Abadon e la vede in piedi che parla con un uomo alla cui vista il Figlio di Satana si blocca di colpo riconoscendolo: è Johnny Blaze, il primo Ghost Rider che ha conosciuto.[6] Che ci fa qui? E perché sembra in buoni rapporti con… lei? Guardandolo meglio Daimon capisce che, nonostante l’impressionante rassomiglianza, l’uomo non è Johnny Blaze: è un po’ più vecchi ed i capelli sono un po’ più scuri e più corti.

I due si accorgono della sua presenza e Lucille Abadon gli va incontro.

-Daimon Hellstrom!- esclama tendendogli la mano -Quando ho saputo che era tornato in città ho capito che ci saremmo incontrati, era inevitabile.-

-L’ho pensato anch’io quando l’ho vista al funerale Mrs. Abadon.- replica Daimon -E ho deciso di non aspettare.-

            Le stringe la mano ed è come se una corrente elettrica passasse dall’una all’altro e viceversa. Lei sorride e ribatte:

-Hai fatto benissimo Daimon e chiamami Lucille, non è davvero il caso di essere formali tra di noi, ti pare?-

-Concordo.-

-Ti presento il mio manager elettorale Desmond Kiley. Des, questo è Daimon Hellstrom. Lui è…-

-So benissimo chi è.- ribatte l’uomo che somiglia a Johnny Blaze mentre stringe la mano a Daimon - Immagino che vorrete parlare in privato. Potete usare il mio ufficio.-

-Grazie Des.-

            Daimon lo scruta con aria diffidente, poi segue Lucille nel piccolo ufficio ed una volta che lei chiude la porta dice:

-Abadon eh? Mi chiedo quanti dei tuoi collaboratori sappiano che Abaddon è il demone, l’angelo per alcuni, della distruzione citato nell’Apocalisse di San Giovanni.-[7]

            Lucille sorride e ribatte:

-Nostro padre ha sempre avuto un gusto particolare nello scegliersi i cognomi: Hellstrom, Drakonmegas, De Ville, Abadon e chissà quali altri.-

-Quindi lo ammetti?-

-Di essere figlia di Satana come te? Non avrebbe senso negarlo: tu percepisci la mia natura come io la tua. Come ho detto prima, il nostro incontro era inevitabile, prima o poi, anche se nostre strade si sono comunque incrociate in passato sai?-

-Tu! Tu sei la Somma Sacerdotessa della Chiesa dei Dannati.-

-Bravo, hai indovinato. Posso ammetterlo liberamente con te, tanto non potrai mai provarlo. Puoi anche raccontarlo alla tua amica poliziotta per quel che servirà.-

-Che intenzioni hai?-

-Andiamo… sei un ragazzo intelligente, dovresti averlo capito. È la solita storia: oggi la California, domani la Casa Bianca e poi chissà? Forse il Mondo, forse l’apocalisse.-

-Ho visto quel film e non mi è piaciuto.-

            Lucille scoppia a ridere e dice

-Bella battuta.-

-Ci tieni così tanto ad essere l’Anticristo?-

-Com’è che si dice? È uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo e visto che tu ti sei rifiutato…-

-Ti fermerò.-

Se ci credi davvero sei un illuso: tu sei solo mentre io ho nostro padre e tutte le schiere dell’Inferno dalla mia parte.-

-Lo vedremo. Un’ultima cosa: chi è veramente quel Desmond Kiley e perché somiglia a Johnny Blaze? E non dirmi che non sai chi è Johnny Blaze.-

Ancora una volta Lucille Abadon ride e poi replica:

-Scoprilo da te. Non vorrai avere tutte le risposte subito? Non sarebbe divertente.-

            Daimon tace ed esce dalla stanza sbattendo la porta alle sue spalle.

 

            Il Beverly Wilshire Hotel, a Beverly Hills, Contea di Los Angeles, California, ha ospitato nelle sue suite attori, cantanti, presidenti ed è stato uno dei luoghi simbolo in cui è ambientato il film culto “Pretty woman”. Oggi uno dei suoi appartamenti ospita Frank Drake e Kate Fraser.

-Anche se questa è la California, non dirmi che puoi andartene in giro conciato così e con quel fucilone a tracolla.- commenta Kate alludendo all’abbigliamento del suo compagno ed alla sua arma.

-Indosserò uno spolverino e per Linda basterà una custodia per chitarre. Chi mi vedrà penserà che faccio parte di un gruppo rock.- replica lui sorridendo.

-Come pensi di agire?-

-Andare da quella Elaine Turow e scoprire se è davvero chi pensi che sia. Ho un invito per un party dove dicono che ci sarà anche lei. Uno dei vantaggi dell’essere ricchi.-

-Verrò con te e non ammetto discussioni.-

-Me l’immaginavo ed è per questo che ti ho organizzato un giretto per comprare il miglior abito da sera premaman che Rodeo Drive[8] può offrire.-

-Non avresti dovuto.

-È per questo che l’ho fatto.-

 

 

5.

 

 

            Come in ogni grande città anche a Los Angeles ci sono zone in cui non è salutare avventurarsi dopo il tramonto, ma questo non sembra importare alla ragazza bionda che dimostra poco più di vent’anni e che indossa con disinvoltura un abbigliamento che non può non attirare l’attenzione: un giubbotto di pelle nera con una profonda scollatura e l’addome scoperto, un perizoma rosso, stivaletti neri e nient’altro.

            Alcuni uomini che chiacchierano vicino ad una casa la vedono passare e le rivolgono apprezzamenti pesanti, lei li ignora. Un paio di loro si muovono verso di lei e solo allora la ragazza si ferma e si gira fissandoli.

-Non vi conviene.- dice, calma e con un sorriso crudele sulle labbra rosse che mostrano piccoli canini appuntiti.

            Forse è il tono della sua voce o forse è qualcosa che vedono nei suoi occhi che hanno assunto un insolito color rubino, fatto sta che i due rinunciano ai loro propositi. La ragazza ride e gira loro le spalle.

            Pochi minuti dopo è davanti a una casa che risale ad almeno due secoli fa con una pesante porta in legno.

            Ha appena suonato il campanello che il suo cellulare squilla. Lo estrae da un taschino del giubbotto e sorride riconoscendo il numero.

-Ciao Daimon.- risponde -Mi aspettavo una tua chiamata. Sapevo che saresti tornato in città visto che sono ricominciati gli omicidi satanici. Ci sono sempre di mezzo i nostri amici della Chiesa dei Dannati?-

<<Pare proprio di sì, Jazz.>> risponde Daimon Hellstrom dalla sua camera <<Ci sono altri sviluppi ma preferisco parlartene di persona visto che riguardano anche te.>>

-Davvero?- replica Jazz Jade, giovane pornostar in ascesa e con un interessante segreto -Ora mi incuriosisci. Potremmo parlarne domani a pranzo… a meno che tu non voglia raggiungermi adesso. Hai presente quel demone cornuto che tanti problemi ci ha dato in passato e che ora è in fuga dall’Inferno?[9] Credo di averlo trovato… in un covo di aspiranti vampiri.-

<<Dimmi dove sei e ti raggiungo immediatamente. Nel frattempo non fare nulla di avventato.>>

            Jazz sorride e replica:

-Ti sembro il tipo?-

            In quel momento la porta davanti a lei si apre.

 

            Il Cimitero di Highgate a Londra è uno dei più famosi del mondo per il gran numero di personaggi famosi che qui hanno trovato quella che viene definita l’ultima dimora, scrittori come Douglas Adams, scienziati come Michael Faraday, cantanti come George Michael e filosofi e teorici politici come Karl Marx.

Naturalmente su di esso non mancano leggende sinistre come il fatto che sarebbe la dimora di alcuni vampiri.

Evidentemente le tre persone che entrano nel cimitero forzandone uno degli ingressi credono a queste storie perché hanno con loro l’equipaggiamento necessario ad uccidere gli eventuali vampiri che dovessero incontrare.

Sono gli stessi che sono arrivati al mattino ma ora si sono cambiati d’abito indossando qualcosa di più comodo. L’uomo più anziano indossa un giaccone da caccia con varie tasche, la ragazza bionda una tuta in pelle che ricorda quella indossata da Uma Thurman in “Kill Bill” solo che invece di essere gialla è nera con il corpetto ed i bordi rossi e la giapponese un judogi[10] nero invece che bianco. L’uomo dai capelli grigi e barba alla Lincoln impugna una torcia elettrica, alla sua cintura, a guisa di cartuccera, ci sono dei paletti di legno; la bionda impugna saldamente una balestra e porta a tracolla una faretra; la sua amica una lunga spada giapponese.

-Spero che le sue informazioni siano corrette, Professore.- dice la bionda.

-Chi me le ha fornite di solito è abbastanza affidabile, Abigail.- replica l’uomo in Inglese con accento Olandese.

-Se la cosa è nota, perché la Polizia non è ancora intervenuta?- chiede la ragazza di nome Abigail.

-Perché non hanno abbastanza uomini e mezzi per frugare questo posto da cima a fondo e quasi nessun giudice concederebbe un mandato per perquisire le cappelle o riesumare chi è interrato, ma noi, grazie al Cielo, non abbiamo di queste limitazioni.-

-Ma suppongo che sarebbe imbarazzante per un rinomato professore universitario di Amsterdam come Noah van Helsing essere sorpreso a violare tombe.-

-Non accadrà.- sentenzia l’uomo, poi si ferma e dice:

-Ah, siamo arrivati.-

Davanti a loro una cappella in marmo bianco con su inciso un nome: Harker.

 

            Lucille Abadon si sta rilassando nella vasca idromassaggio quando improvvisamente alza la testa e guarda verso un punto in penombra della stanza per poi dire:

-Fatti pure avanti, lo so che sei lì.-

            Dall’ombra esce una donna bionda molto bella che indossa una calzamaglia scura aderente e sgambata su cui spicca il disegno di un ragno bianco le cui zampe anteriori poggiano all’altezza dei seni e quelle posteriori sull’inguine, il trucco sugli occhi ne accentua l’incavo.

            Lucille sorride e si rivolge alla donna dicendo:

-Benvenuta, Vedova Nera o posso chiamarti Claire? Dopotutto si può dire che sei al servizio di mio padre ed alla servitù si dà del tu, non è vero?-

-Se ti diverte essere impertinente, fai pure.- replica Claire Voyant -Ma ti avverto, non è per farmi insultare che sono venuta.-

-E perché sei venuta, allora? Non certo per impartirmi la cosiddetta giustizia di mio padre, perché anche se lo volessi, non potresti farlo, ho ragione?-

            Claire si morde le labbra e non risponde l’altra distende le sue in un sorriso ironico.

-Volevo conoscerti, vedere com’eri.- dice infine la Vedova Nera dei tempi che furono.

            Lucille Abadon si alza ed esce dalla vasca.

-Beh ora mi vedi, come mi trovi? Sono di tuo gradimento o preferisci donne più giovani?-

            Claire non raccoglie la provocazione e rimane in silenzio mentre l’altra si china a prendere un accappatoio mostrando chiaramente un marchio a forma di pentacolo rovesciato all’altezza della natica sinistra.

-Tu sei malvagia.- dice infine.

            Lucille scoppia a ridere e ribatte:

-Verissimo. Potrei anche essere la donna più malvagia della Terra per quel che ne so. Ma ciò non toglie che tu non puoi farci nulla.-

            Indossa l’accappatoio e si avvicina a Claire sfiorandole una guancia e prosegue:

-Non puoi fermarmi anche se lo vorresti perché sei sottomessa al volere di Satana ed io seguo i suoi piani… piani che non puoi ostacolare, anzi, devi aiutarmi a portarli a termine perché è così che lui vuole.-

            Dopo un lungo silenzio Claire infine dice:

-Cosa vuoi che faccia?-

-Tu uccidi per Satana ed ora ucciderai anche per me. Sarai la mia fedele assassina, il mio personale angolo della morte.-

            Claire Voyant china il capo in segno di assenso.

 

 

FINE OTTANTUNESIMO EPISODIO

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Poche ma significative, quindi non perdiamo tempo:

1)     Noah van Helsing è stato creato da Robert Rodi & Bruce Jones su Tomb of Dracula Vol. 4 #1 datato dicembre 2004, quale sia la sua parentela con Rachel van Helsing lo scopriremo presto.

2)     Abigail Whistler è stata creata da David S. Goyer per il film “Blade: Trinity” e poi adattata a fumetti da Jimmy Palmiotti & Amanda Conner sull’albo “Blade: nightstalking” datato gennaio 2005 e distribuito con la prima uscita in DVD del film.

3)     Michiyo Watanabe è stata anche lei creata da Robert Rodi & Bruce Jones su Tomb of Dracula Vol. 4 #1 datato dicembre 2004.

4)     Jazz Jade è una mia creazione per quanto basata su un personaggio creato nientemeno che da Jenna Jameson la famosa pornostar americana con cui condivide aspetto fisico e professione. C’è anche altro su di lei e se volete saperne di più leggete Hellstrom #3.

5)     Anche Lucille Abadon è una mia creazione ed è apparsa per la prima volta su Hellstrom #3. Immaginatela come Sharon Stone all’epoca di “Basic istinct” ma rossa invece che bionda.

6)     Il cognome Abadon deriva da Abaddon che nella tradizione ebraica è un luogo, l’abisso, ma nell’Apocalisse è il nome di un essere che per quasi tutte le confessioni cristiane è un demone dell’Inferno, per i Metodisti è un angelo che distrugge agli ordini di Dio, per i Mormoni è un altro nome del Diavolo e per i Testimoni di Geova è addirittura Gesù Cristo risorto. Mi è comunque sembrato un cognome adatto ad un aspirante Anticristo. -_^

Nel prossimo episodio: le piste dei nostri protagonisti convergono ma sapranno affrontare il Male che hanno di fronte?

 

 

Carlo

Carlo



[1] It never rains in Southern California di Albert Hammond 1972

[2] University of California Los Angeles.

[3] Vedi Hellstrom #1/3.

[4] Nell’episodio #34.

[5] Negli episodi #63/66.

[6] Un bel po’ di tempo fa su Marvel Spotlight #12 (in Italia su Thor, Corno, #139).

[7]Il loro re era l'angelo dell'Abisso, che in ebraico si chiama Perdizione, in greco Sterminatore.” Bibbia (Apocalisse 9:1-11)

[8]              Famosa via dello shopping di Los Angeles e dintorni.

[9] Vedi sempre Hellstrom #1/3.

[10]Tenuta dei praticanti del judo.